International Vegetarian Union | |
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George Bernard Shaw (1856-1950) ![]() Sembra che l’estate del 1946 sia stata una stagione ricca di anniversari ed eventi commemorativi. La stessa Società Vegetariana stava per festeggiare il suo centesimo anniversario, e per questo distribuì ai propri membri comunicazioni sul programma dei festeggiamenti. Ma l’articolo maggiormente degno di nota del numero di luglio della rivista The Vegetarian Messenger era il tributo a George Bernard Shaw, che il 26 di quel mese avrebbe compiuto novant’anni. Era vegetariano da sessantasei anni ed era considerato uno dei maggiori pensatori e drammaturghi del suo tempo. "Nessuno scrittore, dall’epoca Shakespeariana ad oggi, ha saputo creare come Shaw una tale abbondanza di letteratura drammatica, magnifica nell’espressione, profonda nel pensiero e dalle potenzialità altamente drammatiche". L’autore era rigorosamente vegetariano, antivivisezionista ed oppositore degli sport violenti.
Da The Vegetarian (Londra), 13 Febbraio 1897: LA DIETA DI UN DRAMMATURGO . . . Lentamente, ma indiscutibilmente, si fa sempre più lunga la lista di uomini e donne famosi che hanno adottato il vegetarismo. . . . Sarebbe interessante verificare quanti siano i drammaturghi ad aver scoperto di poter svolgere meglio il loro arduo dovere seguendo una dieta vegetariana e astenendosi dallo stile di vita caratteristico dell’“alta società”, al quale generalmente ci si aspetta che indulgano. È risaputo che uno dei più brillanti drammaturghi e critici contemporanei - George Bernard Shaw – è vegetariano. Per lavoro è costretto a trovarsi spesso nelle condizioni più disagiate, e ad affrontare qualsiasi situazione meteorologica, eppure un osservatore a lui estraneo, incontrandolo per strada, si volterebbe per osservare meglio la sua virile prestanza. È la risposta vivente a quei critici che asseriscono che l’attività intellettuale dei vegetariani non possa competere con quella svolta da quanti si cibano di carne. Qualsiasi lettore intelligente non ha che da dare un’occhiata al drammatico articolo comparso sul Saturday Review per convincersi che G.B. Shaw è uno dei nostri critici più sottili, capace di produrre tutta una serie di recensioni che brillano per la loro arguzia. |